3 Giugno 2019

Equity crowdfunding: cos’è, come funziona e quali le piattaforme migliori

Equity crowdfunding: il finanziamento innovativo che permette a Startup e PMI di realizzare i propri progetti cedendo agli investitori quote societarie

L’equity crowdfunding viene introdotto in Italia nel 2013, ma si dimostra già una delle modalità di finanziamento online più efficaci. Al 30 Giugno 2018, gli investimenti con piattaforme equity superano i 35 milioni di Euro, con 114 società finanziate e una raccolta di 21 milioni esclusivamente nell’ultimo anno.

Questi i numeri presentati nel 3^ report italiano sul CrowdInvesting dall’Osservatorio CrowdInvesting della School of Management del Politecnico di Milano. I dati raccolti non lasciano spazio a dubbi: l’equity crowdfunding è la forma di investimento ideale per finanziare PMI e Startup.

Cos’è l’equity crowdfunding?

Si tratta di una forma di finanziamento e di raccolta di capitali (“funding”), attraverso specifici portali online, che consente a tutti (“crowd”) di investire nei progetti di Startup e Piccole e Medie Imprese. Il funzionamento è semplice: erogando un contributo finanziario, l’investitore otterrà in cambio alcune quote societarie dell’impresa stessa (“equity”). Le quote di partecipazione prevedono diritti di tipo patrimoniale e amministrativo. In altre parole l’equity-based crowdfunding è uno strumento di finanziamento indispensabile per PMI e Startup che, cedendo parte delle proprie quote, possono realizzare i propri progetti e far crescere l’attività.

L’equity crowdfunding – conosciuto anche con il nome di crowdfunding azionario – non è che uno dei quattro modelli di finanziamento previsti dal crowdfunding. Il crowdfunding è la modalità di investimento collettivo per eccellenza. Mediante piattaforme online le persone possono effettuare donazioni per sostenere i progetti aziendali. Il modello equity è senza dubbio quello più utilizzato insieme al classico crowdfunding reward. La particolarità del modello equity-based rispetto a quello reward-based risiede nella ricompensa prevista per l’investitore. Nel modello classico (reward) gli investitori raccolgono fondi online in cambio di sconti, prevendite dei prodotti o vantaggi immediati. Al contrario, nel modello equity, i finanziatori ricevono come ricompensa quote societarie dando vita ad un rapporto azienda-investitore duraturo e solido. L’utente che dona il proprio denaro non avrà più sconti o vantaggi a breve termine, bensì investirà nella crescita della società traendone vantaggi a lungo termine.

 

Equity crowdfunding: com’è nato e come si è sviluppata la normativa per PMI e Startup

L’equity-based crowdfunding è una delle più nuove modalità di raccolta fondi. L’Italia è stato il primo Paese in Europa a normare l’equity crowdfunding con una legge specifica e un regolamento ad hoc introdotti nel 2013. In realtà il nostro Paese è stato il primo a regolamentare l’equity-based anche a livello globale: in USA esistevano già normative, ma tutte con forti limitazioni.

Le normative italiane riguardanti piattaforme e aziende con possibilità di accedere all’equity crowdfunding sono esplicitate nel Regolamento Consob, emanato per la prima volta nel Giugno 2013. Inizialmente questa modalità di finanziamento non veniva considerata positivamente dai player del settore finanziario a causa di restrizioni significative. Di seguito, grazie ai continui aggiornamenti al Regolamento, gli investimenti sono aumentati e l’equity crowdfunding ha iniziato ad affermarsi come finanziamento vero e proprio.

Il Regolamento ha subito 3 cambiamenti fondamentali che hanno decretato l’apertura dell’equity crowdfunding ad un numero maggiore di aziende:

  1. Nel 2013 le uniche aziende abilitate alla raccolta equity – secondo la normativa – erano le Startup.
  2. Dal 2015, con il primo aggiornamento del Regolamento Consob, anche le PMI innovative sono rientrate nelle categorie aziendali autorizzate per l’equity-based.
  3. Dal Gennaio 2018, con l’ultimo aggiornamento del Regolamento, tutte le aziende rientrati nella categoria Piccole e Medie Imprese possono avvalersi di questa modalità di raccolta fondi.

Tutte le raccolte equity si svolgono all’interno di piattaforme online che, per essere autorizzate, devono ricevere l’approvazione dall’organo di vigilanza Consob.

 

Crowdfunding equity-based: come funziona in 3 fasi

L’equity crowdfunding è la forma di finanziamento ideale per PMI e Startup. Le aziende possono realizzare i propri progetti e avviare business redditizi grazie a investimenti minimi rilasciati online. Il funzionamento è semplice: l’azienda rilascia su apposite piattaforme online il proprio progetto, gli investitori hanno la possibilità di conoscere l’idea e decidere se finanziarla o meno. La donazione sarà ricambiata con titoli aziendali rendendo ogni investitore un vero e proprio azionista-socio. Anche le piccole aziende potranno in questo modo realizzare i propri progetti.

Scopriamo quali sono le 3 fasi di funzionamento di una campagna equity-based:

  1. Scelta della piattaforma, del traguardo e delle tempistiche

Le prime tre azioni da svolgere per elaborare un piano equity-based efficace sono la scelta della piattaforma online, del traguardo economico da raggiungere e delle tempistiche massime. La piattaforma equity deve essere selezionata tra quelle autorizzate dal Regolamento Consob. La cifra da raggiungere viene impostata sulla base delle esigenze aziendali. Il business plan potrebbe rivelarsi uno strumento essenziale per individuare la somma di denaro necessaria per l’avvio dell’attività. Infine si decide il tempo massimo entro il quale la cifra di denaro deve essere raccolta. Una volta delineati questi tre punti focali, sarà semplice impostare la propria campagna.

  1. Rilascio online della campagna e monitoraggio dell’andamento

Dopo aver scelto quale piattaforma utilizzare e individuato traguardo economico e tempistiche, è il momento della condivisione della campagna con gli utenti. Per lanciare una raccolta fondi efficace, è necessario raccontare in modo dettagliato quali siano l’idea e la mission aziendali. Le piattaforme svolgono un ruolo fondamentale: costituiscono, infatti, il primo strumento di valutazione di una campagna. Questi portali effettuano una valutazione preventiva dei progetti proposti, selezionando esclusivamente quelli con maggiori potenzialità di successo. Ogni progetto caricato sulla piattaforma è caratterizzato dalla propria scheda dettagliata. In questa scheda sono contenuti tutti i dati essenziali per svolgere un’analisi relativa ad un potenziale investimento: business plan, storia dell’azienda, presentazione del team, spiegazione della mission, obiettivi della campagna, percentuale di equity distribuita tra gli investitori e possibili progetti futuri. I portali non valutano esclusivamente la campagna, hanno anche il compito di analizzare l’idoneità dell’investitore. Prima di accettare una somma di denaro, infatti, il potenziale investitore dovrà compilare un modulo con i propri dati. Le piattaforme permettono, inoltre, di monitorare in tempo reale l’andamento effettivo della campagna. È possibile tenere sotto controllo il numero di investitori, il capitale raggiunto e il countdown per il termine della campagna stessa.

  1. Chiusura della campagna: obiettivo raggiunto – obiettivo fallito

Trascorso il tempo massimo impostato per la durata della campagna, arriva il momento di tirare le somme. I casi possibili sono tre:

  • Obiettivo economico non raggiunto: in caso di mancato raggiungimento del capitale minimo, il progetto non prenderà vita. Gli investitori che avevano versato capitale per quel progetto torneranno in possesso del proprio denaro (esclusivamente con la classica formula All-or-Nothing);
  • Obiettivo economico raggiunto: le campagne di successo permettono alle PMI o alle Startup di realizzare concretamente il proprio progetto business. Dopo una campagna vincente, l’azienda potrà procedere con l’aumento di capitale mediante l’intervento di un notaio. La società dovrà inoltre comunicare l’aggiunta degli investitori alla Compagine Sociale alla Camera di Commercio. A questo punto gli investitori divengono soci a tutti gli effetti della società, ricevendo quote di partecipazione con diritti amministrativi e patrimoniali. Le quote possono anche avere solo diritti patrimoniali: in questo caso l’investitore non ha diritto di voto, ma partecipa all’eventuale distribuzione degli utili;
  • Overfunding: il caso di overfunding si verifica quando la campagna ha raggiunto la quota prevista entro il limite di tempo impostato e la società decide di proseguire con la raccolta fino ad una soglia massima predefinita. Questo è il caso di alcune campagne equity-based davvero vincenti. Questa eventualità presuppone che la società cederà maggiore equity. In altre parole gli investitori potranno ricevere una quota di valore più alto, ma in percentuale ridotta.

 

Equity crowdfunding Italia: le 5 piattaforme più utilizzate

Scopriamo quali sono le 5 piattaforme di equity crowdfunding più note in Italia:

  1. StarsUp

StarsUp è il primo portale equity-based italiano ad aver ottenuto l’autorizzazione da Consob. Un portale che richiede una preventiva registrazione sia per aziende che per potenziali finanziatori. StarsUp, come tutte le piattaforme equity, svolge un’analisi del progetto presentato dalle aziende per poi condividerlo con gli utenti. Questo portale è caratterizzato da un’interfaccia semplice che mostra fin da subito i dati in tempo reale per ciascun progetto online. Dispone, inoltre, di una sezione News, nella quale vengono pubblicati articoli e notizie interessanti riguardanti il mondo PMI e Startup.

  1. CrowdFundMe

CrowdFundMe è la prima piattaforma italiana in termini di rendimento. Un portale equity-based che vanta ben 14 milioni di Euro raccolti, più di 7.000 investimenti e ben 51 progetti finanziati. Anche questa piattaforma dispone di un’area di registrazione e di un’interfaccia elementare in grado di mostrare in tempo reale l’andamento di tutti i progetti online. Una caratteristica fondamentale di CrowdFundMe è la presenza di una direct chat all’interno del sito. Il servizio di assistenza è disponibile H24 risultando un punto a favore del portale nell’opinione degli utenti.

  1. MamaCrowd

MamaCrowd è un’altra piattaforma di crowdfunding azionario molto famosa in Italia. Questo portale è gestito dall’operatore SiamoSoci ed è attiva online dal 2016. In soli due anni MamaCrowd ha raccolto investimenti per oltre 10 milioni di Euro. Anche in questo caso è presente una live chat per garantire completa assistenza ai clienti. Ci sono inoltre sezioni dedicate ai progetti attivi e già chiusi e un’area Blog dedicata alle notizie in ambito PMI e Startup.

  1. 200Crowd

Anche 200Crowd è una piattaforma equity-based con ottimi risultati. Secondo i dati riportati dal sito ufficiale, circa l’80% delle campagne condivise con questa piattaforma si sono concluse con successo. 200Crowd possiede una sezione login, un’area live chat per l’assistenza clienti e una sezione dedicata ai progetti divisi per tipologia e settore. Tutte le campagne presenti su questo portale sono di tipo “All-or-Nothing”, in altre parole, in caso di mancato raggiungimento dell’obiettivo, tutte le quote investite vengono restituite gratuitamente agli utenti.

  1. Walliance

Walliance è il primo portale di equity crowdfunding immobiliare. Il Real Estate è un ambito da sempre riservato a investimenti ingenti, in quanto gli immobili hanno per eccellenza costi elevati. Grazie alla piattaforma Walliance sarà possibile investire nel settore immobiliare anche con piccole somme, a partire da 500 Euro. Anche Walliance è caratterizzato da un’area dedicata al login, una adibita ai progetti e una sezione di live chatting per soddisfare le esigenze degli utenti. I progetti sono sicuramente di portata elevata, ma la possibilità di investire somme di denaro minime rende più agevole gli investimenti.

 

Crowdfunding azionario: 3 vantaggi per Startup e PMI

Ecco 3 benefici derivanti dall’utilizzo dell’equity crowdfunding per PMI e Startup:

  1. Finanziamento dell’idea business senza prestiti

Il primo evidente vantaggio derivante dalla scelta di finanziamento con equity crowdfunding è l’acquisizione del capitale stesso. Le PMI e le Startup che utilizzano questa tipologia di raccolta fondi non dovranno richiedere alcun prestito. Tutto il capitale raccolto con la campagna diventerà automaticamente capitale societario. In questo modo anche le realtà più piccole e con meno risorse – ma dotate di un’idea vincente – potranno intraprendere un percorso vincente finanziando la propria idea di business.

  1. Analisi di settore, della propria idea e delle strategie di marketing

Una campagna di equity crowdfunding svolta in modo efficace costituisce un indispensabile strumento di marketing. In primo luogo l’azienda, prima di avviare una campagna, deve svolgere un’analisi di mercato per studiare il proprio settore. L’analisi della concorrenza costituisce una marcia in più per creare un’idea originale e davvero unica. Inoltre, una campagna equity ben impostata è in grado di far aumentare il valore della società percepito dagli utenti e dagli investitori. Un’idea ben presentata all’interno di una piattaforma equity-based può essere il trampolino di lancio ideale per un’attività di successo. Infine, mediante una raccolta equity, è possibile ricevere feedback dagli utenti online. I feedback sono essenziali per migliorare la propria idea e collocarla concretamente all’interno del mercato di riferimento.

  1. Creazione di un network professionale di investitori

Il modello equity, grazie alla possibilità di rendere gli investitori veri e propri azionisti, è in grado di creare una community di investitori realmente interessati all’idea aziendale. I finanziatori, una volta divenuti azionisti, hanno naturalmente interesse riguardo all’andamento aziendale. Se l’azienda riscuoterà successo, anche gli investitori ne trarranno benefici. La creazione di questo network di investitori online è uno strumento essenziale per migliorare l’opinione comune riguardo all’azienda.

 

Equity crowdfunding: 3 vantaggi per gli investitori

Anche i finanziatori che investono denaro in progetti equity-based possono riscontrare alcuni benefici rispetto ad altre forme di investimento tradizionali:

  1. Investimenti e rischi limitati

Il primo vantaggio in assoluto per gli investitori riguarda la possibilità di finanziare progetti – e quindi diventare azionisti di una società – con somme di denaro minime. L’aspetto davvero innovativo del sistema equity-based riguarda la diminuzione dei rischi anche per gli investitori. Investendo una quantità minima di capitale, sarà economicamente possibile finanziare più di un progetto e quindi diminuire la percentuale di rischio. Qualora un progetto dovesse andare negativamente, infatti, ce ne saranno altri potenzialmente di successo. Al contrario, i finanziamenti tradizionali non danno la possibilità di investire somme limitate di denaro. Sarà quindi possibile effettuare meno investimenti e di conseguenza aumentare il livello di rischio. Infine, se i progetti dovessero riscuotere successo, l’investitore – ormai diventato azionista – potrebbe guadagnare somme di denaro considerevoli.

  1. Agevolazioni fiscali

Uno dei principali benefici derivanti dall’investimento di capitale in campagne equity-based è di tipo fiscale. Nell’allegato 1, il Decreto Legge n.179 (art.29) sancisce numerosi incentivi fiscali per le persone fisiche che scelgono di investire denaro nel capitale sociale di una Startup o PMI. Dall’Irpef lorda, infatti, mantenendo la partecipazione per almeno tre anni, sarà possibile detrarre un importo pari al 30% della somma investita.

  1. Rapporto solido con l’azienda

Il rapporto che viene a crearsi tra investitori e azienda è duraturo e solido. Le campagne di equity crowdfunding sono in grado di creare legami limpidi basati sulla riconoscenza. Gli investitori, contribuendo con il proprio capitale all’attuazione dei progetti aziendali, diventano parte integrante della società. Le aziende considerano veri e propri soci tutti gli investitori poiché grazie a loro hanno potuto intraprendere il proprio percorso lavorativo.

 

Equity crowdfunding: 3 rischi per Startup e PMI

L’equity crowdfunding presuppone 3 particolari rischi per le attività che scelgono di raccogliere capitale con questa modalità di finanziamento. Scopriamo quali:

  1. Danno reputazionale

Un primo pericolo che le società corrono ricercando finanziamenti mediante piattaforme equity-based è il rischio di danneggiare la propria reputazione. Essendo pubblicamente condivise online, le campagne non andate a buon fine potrebbero condizionare gli investitori e affibbiare alla società una reputazione negativa. Gli utenti potrebbero, infatti, associare all’inefficacia di un progetto alcuni giudizi negativi sull’azienda quali disorganizzazione e idee poco efficaci.

  1. Diluizione del capitale sociale

L’equity crowdfunding presuppone che ogni investitore diventi azionista della società. Se da una parte il modello equity consente di finanziarsi anche con piccole somme di denaro a persona, dall’altra crea una community di azionisti molto numerosa. Questo problema potrebbe essere parzialmente limitato mediante l’emissione di azioni con specifici diritti patrimoniali. In altre parole l’azienda dovrebbe riservare il diritto amministrativo unicamente ad azionisti che investono una somma di denaro maggiore (stabilita dall’azienda).

  1. Sottostima dei costi dell’equity crowdfunding

Un rischio poco considerato da PMI e Startup riguarda i costi legati ad una campagna di crowdfunding azionario. Le piattaforme online richiedono una percentuale di commissione quali intermediari. Inoltre esistono ulteriori costi operativi riguardanti la creazione stessa della campagna. Spesso le attività non considerano questi costi e si trovano costrette ad accontentarsi di campagne poco efficaci incapaci di convincere i potenziali investitori.

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